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Passeggiata in Cimitero

2019-06-28 17:53

Ellepulp

In viaggio, polaroid, storie, ellepulp, cimitero, volti,

Passeggiata in Cimitero

I fatti narrati sono frutto di fantasia.

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Ieri era il compleanno di mio nonno, mio nonno si chiamava Salvatore, per me Nonno Tore, era un uomo molto spassoso ed elegante, amava farsi fotografare e abbiamo passato insieme tanti bei momenti.
Nonno Tore, è stato molto presente da quando ero piccolissima, mi ricordo i giochi più divertenti:
- Sollevare la testa di nonno quando si addormentava seduto e gli penzolava da un lato- Suonare la pianola- Truccare nonna mentre dormiva
Poi nonna nascondeva sempre qualche dolcetto per noi.Ricordo i Marshmallow lunghissimi nascosti nell angolo del mobile in salone.
Nonno nel 2011 ha deciso di salutarci, lasciando nella mia vita un vuoto incolmabile e "costringendomi" a saltuarie passeggiate in cimitero per portargli qualche fiore. Me lo chiese esplicitamente.E le promesse le mantengo sempre!
Così dopo aver scelto dei fiori adatti al caldo sole di questo periodo mi sono incamminata in quel bellissimo labirinto pieno di volti e di storie sconosciute.
Persone che hanno vissuto in periodi lontani, con vestiti eleganti, espressioni severe, sguardi che cercano di incontrare il mio, pettinature improbabili, occhiali spessi, espressioni per lo più preoccupate di essere dimenticate per sempre.
Non conosco le loro storie, eppure le immagino attraverso i loro volti e le loro espressioni. La mia preferita è Virginia, una ragazzina di 14 anni, morta nel 1917 indossa un vestitino bianco molto semplice e ben stirato, immagino il profumo di bucato, è molto ordinata e ha l’espressione di una ragazzina che la sa lunga.
Avete presente la tipica espressione dei ragazzini quando vengono beccati facendo una marachella, sguardo serio durante la ramanzina, e nel frattempo escogitano come scamparla la prossima volta.
Ecco Virginia ha quell’espressione! E’ una bella moretta. E ogni volta che passo di la le porto un fiore, ed ho come la certezza che lei ancora vaghi tra di noi perché esattamente ( come durante la ramanzina ) ha escogitato il modo per scamparla.
Poco più in la un bambinello con lo stesso identico sguardo, Stesso cognome ma morto nel 1934. Anche lui moretto e anche lui decisamente imbronciato.Non si sono mai conosciuti in vita! Ma io me li immagino la coi piedi scalzi mentre corrono con un Aquilone di carta o si lanciano un pallone fatto di stracci.
Con i piedi sporchi di terra e i vestiti bianchi macchiati dall’erba,  se ne stanno spensierati con la certezza che nessuno li potrà mai sgridare per questo.