Non sempre quel che sembra reale lo è realmente e viceversa.
La confusione della nostra mente ci fa saltare tra mondi paralleli senza un apparente motivo, in realtà, vuole farci prendere coscienza della verità.
È così che, quella giornata, decisi di portare indietro le rotelle della radio. Non so esattamente qual è stato il momento in cui ho deciso di farlo, era ora di andare a dormire, prima di perder coscienza ho allungato la mano, la moltitudine di radio era la davanti, ho afferrato una rotella, l’ho fatta ruotare senza un senso logico e, come ogni notte, mi sono abbandonata al sonno profondo.
Se riuscissi a definire quel che mi circonda sarebbe più semplice anche per me capire dove sono finita.
Improvvisamente, sono nella mia vecchia cameretta, c’è confusione, non c’è spazio nemmeno per camminare, è tutto fatisciente, e poi come è possibile? Era giorno fino a un secondo fa e ora, fuori dalla finestra, un temporale imperversa ed è notte.
Le persone camminano controvento con gli ombrelli accartocciati.
Ma dove vanno? È notte fonda tutto crolla, cosa pensano di far con quell’ombrello?
Forse, anche loro sono stati sorpresi dal buio e dalla catastrofe.
Proprio mentre parlo con E. di materiali edili ( siamo nelle scale condominiali di una zia lontana dove sono stata una volta da bambina ) diventa il mio analista P. e parliamo di come ristrutturare me stessa.
Di come allontanare questo mal di vivere.
E mentre parliamo improvvisamente arriva M. vestito da messicano. Lui sorride sempre, quindi, i colori gli si addicono e mentre parliamo mi trovo sotto la casa di Quartu aspetto che vengano a prendermi.
Una macchina si ferma per salvarmi ma, dopo cinque minuti, mi ritrovo nuovamente sotto casa e così per almeno cinque volte!
Finché, il sogno diventa in bianco e nero, scappo in viale Marconi scansando le macchine e mi sveglio.
È ancora buio e io sono più stanca di prima.
Le 4 A.M., ho ancora qualche ora per me.
Prendo un quaderno è annoto tutto prima di perder nuovamente coscienza.
Mi riaddormento con la speranza di sognare caramelle.
Vengo, invece, catapultata in una foresta, sono morta e aiuto i miei genitori a trovare il mio cadavere coperto dalle foglie.
Fluttuo intorno a loro, i colori sono caldi come quelli dell’autunno, l’animo è sereno.
La certezza di esistere anche dopo fa in modo che io abbandoni ciò che resta sotto le foglie.
Finalmente posso volare.